Omelia Don Carlo 21 ottobre 2019


Omelia 21 ottobre 2019

“La vita di un uomo non dipende da ciò che egli possiede.”

E allora da cosa dipende? Dipende da ciò che ‘non’ possiede. Perché l’uomo è uno posseduto, non è padrone di sé. In questo istante io dipendo ‘da’, sono posseduto ‘da’.
Ma da chi? Quel che sono quel che ho, tutto mi è dato. Ma da chi?
Questa è la drammaticità dell’esistenza. Drama, dramathos (δρᾶμα) in greco vuol dire azione teatrale che ti crea la suspense, che sei tutto sospeso…tu non sai come va a finire, se è innocente, colpevole, lo ammazzano o non lo ammazzano. Non sai e non decidi tu come finirà quella suspense. Per i greci finisce male: è tragedia la vita. Per Dante Alighieri, che ha conosciuto Gesù, è commedia, perché finisce bene, anzi ‘Divina commedia’, perché c’è un protagonista divino nel dramma. Per Umberto Eco, il nominalista, ultimamente nichilista, è una farsa, meglio riderci sopra, non è una cosa seria la vita.

E per me e per te che cosa è? Non è utile che rispondiamo “Dipende da Dio”, non dobbiamo rispondere per fede, ma per esperienza. La risposta non deve venire da ciò che crediamo, ma da ciò che vediamo, oggi nella nostra vita, dai segni che vedremo oggi. E stasera guardando la giornata risponderemo da che cosa dipende. Da cosa dipende la vita? Finisce bene o finisce male la mia vita? Che cosa ho visto oggi? Che sfida, se ogni giornata fosse vissuta con questa allerta, con questa autenticità vivida.