Omelia Don Carlo 20 ottobre 2019


Omelia 20 ottobre 2019

“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”

Perché Gesù ha paura che la fede scompaia dalla terra? Che cosa è mai la fede di Gesù? Che esperienza umana è, per Lui, la fede?
Perché l’uomo di fede è Lui. Di Lui non sappiamo né il colore degli occhi, né mille altre cose, ma il mondo sa da duemila anni che fede aveva quell’Uomo, che non era come la religiosità che c’era all’inzio del mondo. È un’altra cosa, che portava una novità che ha segnato la storia.
La storia dell’Occidente, il progresso che c’è, la scienza, tutto quello che c’è nel mondo, di grande che è fiorito, è fiorito dalla cultura cristiana, dalla fede di quell’Uomo.

Lo dice in modo ficcante il versetto dell’alleluia tratto dalla lettera agli Ebrei cosa era la fede di Gesù: “La fede discerne i sentimenti e i pensieri del cuore”.
Discerne – fa luce! – dentro il groviglio dei cuori, quel groviglio di sentimenti, di pensieri consci, inconsci, istinti, meccanismi, parossismi, scissioni, condizioni, schizofrenie che abbiamo dentro. La fede di Gesù fa luce lì!
E i primi che esplodevano davanti a Lui erano appunto gli indemoniati: non è il demonio, sono le malattie psichiche normalmente. Li faceva esplodere, gridavano, cambiavano.

Che cosa sono innanzitutto i sentimenti del cuore? I sentimenti che cosa sono agli occhi di Gesù? Non parlo di Freud, degli psicoterapeuti, dei neuropsichiatri e delle scienze cognitive. La fede di Gesù fa luce su quel che i sentimenti sono e a che cosa servono. E si vede in Lui e in chi è attorno a Lui. Sono un’energia, una passione che si innesca nell’impatto lì con Lui. Il cuore dell’uomo, per Gesù, è come un fiammifero che ha un capocchia con dentro lo zolfo, pronto ad infiammarsi, ad innescarsi nell’impatto col muro, con un sasso, con la carta vetrata. I sentimenti sono una energia che si sprigiona ogni volta che noi ci imbattiamo con le cose. L’energia, però, è cieca. L’energia non pensa, è una forza cieca, fisica, chimica, è gassosa, è atomica, è un’energia! E con l’energia, diceva un ingegnere, ci puoi fare due device (con la stessa energia), due aggeggi: o un’arma e una bomba o un motore.
Nella bomba deflagra, fa del danno, bene che vada è sprecata in un istante, nel motore fa delle cose preziose per la vita.
E da cosa dipende? Dal progetto che ha in testa l’ingegnere meccanico che la usa. L’ingegnere ha uno scopo. È lo scopo che ha in testa l’ingegnere che assegna un compito all’energia: o una bomba o un motore.
Che cosa ci vuole allora perché i nostri sentimenti non siano delle bombe o non siano sprecati in un istante di sfogo, ma facciano un motore, qualcosa di utile?
Che trasformino ogni forma di energia in una cosa buona per la vita? Ché la caratteristica dell’energia è che può cambiare di stato. Da ogni energia, come quella del sole, ci puoi fare tutte le altre, con la chimica tutte: puoi fare il ventilatore, puoi fare caldo o freddo, l’energia può cambiare di stato. La puoi sempre utilizzare: basta che tu ce l’hai. L’intelligenza dell’ingegnere la può trasformare, occorre appunto la seconda cosa che ci dà il cuore. La prima, i sentimenti, cioè l’energia, ma perché sia utilizzata – diventi un motore, invece che una bomba – ci vuole il pensiero. Bisogna che Cristo faccia luce anche sui pensieri degli uomini, che ti insegni a pensare. Perché i pensieri illuminati fissano lo scopo.
Ecco, la fede di Gesù è quella che chiarisce lo scopo per cui ogni energia ci è data. Cristo ha chiarito nel mondo lo scopo per cui siamo al mondo.

San Paolo usa un’altra parola che è stata rievocata terribilmente nella storia della Chiesa: la parola “destinazione”. Noi siamo predestinati, abbiamo uno scopo grande da realizzare, non è la destinazione all’inferno o al paradiso, come hanno pensato Melantone, Calvino e un po’ anche Lutero. Ma non è così. Cristo ha svelato la destinazione delle cose e delle persone: perché ci è data quell’energia. E se tu ce l’hai chiara, la riesci ad utilizzare tutta, non ne va sprecata nessuna.
L’ingegnere, il santo, l’uomo di fede è il santo, il santo è un ingegnere. È come – uso un’altra immagine degli sport – nelle regate, lo skipper: quello che guida una nave quando naviga a vela, lui sfrutta tutti i venti anche quelli contrari, si naviga “di bonina”: virando continuamente controvento; nessun vento va sprecato per un uomo che sa qual è la boa, che sa qual è il porto dove deve arrivare.
L’uomo di fede è un uomo che sa lo scopo, che sa il porto della vita. E sfrutta tutti i venti, tutte le passioni, anche quelli che per gli altri manderebbero al largo o alla deriva. Invece, se uno non conosce lo scopo – disse Seneca: un uomo che non ha mai conosciuto [Gesù], anche se pare che abbia incontrato Paolo prima di morire, che si è suicidato appunto perché non ha conosciuto lo scopo (se l’avesse saputo non si sarebbe suicidato): “Ignoranti quem petat portum nullus suus ventus est”: per chi non conosce il suo porto, nessun vento è il suo vento.
Per chi conosce il porto ogni vento è il suo vento. Non ci sono sentimenti cattivi, sentimenti brutti – lo ha inventato Walt Disney, non è vero! – sono tutti utilizzabili, se tu “conosci il porto”.
Se la fede ti illumina il pensiero, ti fa capire lo scopo della tua vita.

Quando noi siamo in confusione, quando siamo in balia dei sentimenti e delle passioni, quando sprechiamo tante energie inutilmente e ci estenuiamo, abbiamo sprecato la giovinezza e il tempo, mille occasioni, quando ci sentiamo “sprecati” e ci vien da maledire la vita, siamo frustrati, quando siamo lamentosi o puntiamo sempre il dito contro qualcosa o qualcuno, la causa è una sola: è che ci manca la fede!
Perché è solo la fede che salva tutto della vita, anche quello che a noi sembrerebbe… Ecco, la fede è come quelli che riciclano tutto, anche gli scarti: i termovalorizzatori. La fede ricicla anche i gas di scarico, tutto è come in un termovalizzatore, mette a frutto tutto, non c’è nulla da buttare per un uomo di fede, ha uno sguardo positivo, buono e grato in tutto, naviga sempre in tutte le circostanze. Tutto in tutto, anche nelle cose più brutte e dolorose, per lui sono sempre un segno, c’è sempre una traccia dello scopo, navigano anche coi venti contrari. Questo è l’uomo di fede!
Dove nasce la fede? Come cresce la fede? Questo è un segreto che dovete rubare a chi vive di fede. È l’unico furto che non è peccato: rubare il segreto agli uomini di fede!