Omelia Don Carlo 20 gennaio 2020


Omelia 20 gennaio 2020

“Perché i discepoli di Giovanni, dei farisei digiunano?”

Perché sono religiosi e sanno che “non di solo pane vive l’uomo, ma di ciò che esce da Dio”.
L’uomo religioso sa che ad un cuore umano cosciente non basta il mondo, sa che senza pane può anche vivere, ma senza Dio l’uomo piange. Digiuno e penitenza esprimono questa coscienza e questo pianto. “Ma perché allora i Tuoi discepoli non digiunano?” Perché questo a loro fa problema. Lo sanno bene perché si digiuna, quello che non capiscono è che ci sia qualcuno che si presume religioso e che non digiuna.
I miei discepoli non digiunano perché Dio è presente, finché lo Sposo è presente loro festeggiano. Io li ho chiamati per questo. Il compito dei miei discepoli nel mondo non è digiunare, ma festeggiare perché i cristiani non sono gente che credono in Dio, all’esistenza di Dio, ma credono alla Sua presenza. Per questo il tono di un cristiano cosciente è sempre un tono ultimamente festoso e vittorioso.

Come dice anche questo salmo così esplosivo, così controcorrente che fa bestemmiare gli uomini più religiosi – l’ho visto bene in Medioriente:
“Chi offre la lode e il sacrificio questo mi onora, chi invece piange e digiuna mi disonora”.
Questo dice Dio quando si rivela. Ma allora il cristiano è un uomo che piange o no? Cristo è un uomo che piange o no?
Cristo piange più di tutti gli altri, il cristiano piange più di tutti gli uomini, ma non per la stessa ragione, non perché gli manca Dio! Il cristiano piange perché agli uomini manca Dio, perché vede che gli uomini si affannano dietro a cose che non sono il “pane” di cui hanno bisogno. Il cristiano vede che anche agli uomini religiosi manca Dio, che Dio c’è ma non è qui. Come si vede bene al Muro del Pianto. Il cristiano è un uomo che – glielo vedi in faccia – dentro il cuore sa che fino a quando c’è un uomo nel mondo a cui manca Dio, il cristiano piange con lui.
È proprio strana la gioia cristiana, è una strana festa con lacrime, perché un uomo che non piangesse sarebbe disumano. La vittoria di Cristo risorto è strana perché Cristo risorto ha ancora le piaghe. È il contrario della gioia del mondo che è sempre un “aut-aut”: o delle lacrime disperate o una gioia cinica e insensibile al dolore degli uomini. Il cuore cristiano è un cuore cattolico che abbraccia tutto dell’umano: tutta la gioia e tutto il dolore. Il cristiano è un uomo che non sistema il mondo, lo abbraccia. Per abbracciare il mondo, il cristiano non ha bisogno che il mondo sia a posto, che sia senza lacrime, ha bisogno che sia di Cristo.