Omelia Don Carlo 15 aprile 2019


*Omelia 15 aprile 2019*

“I poveri, infatti, li avrete sempre con voi”

Perché ci fa poveri la natura, non dà a tutti le stesse capacità; e ci fa poveri anche la società, non c’è mai stata una società perfetta, e non vengo Io a farla, non vengo a fare politica o la giustizia sociale. Io sono qui per svelare il bisogno vero di ogni uomo, povero o ricco; perché la vera povertà la vera ricchezza non sono quelle materiali, i veri poveri, i veri ricchi sono altri. I poveri sono gli “anawim Jahweh”, i mancanti di Jahvè, quelli che sono poveri perché gli manca Dio, e possono essere anche i più ricchi del mondo.
Io vengo a portare la vera ricchezza per i poveri e per i ricchi, quel che fa felici tutti. Porto in me, nel mio corpo, Dio. Maria con la sua affezione esagerata, scomposta, esibita, scandalizza Giuda e lascia perplessi tutti quanti, vuole gridare questo; lei vede nel Mio corpo, in Me, ciò che c’è di più prezioso, per questo mi ha profumato così. Perché il vostro dramma non sono i poveri, è che non sempre avrete Me, il Mio tempo è contato: o ne approfittate per cogliere il tesoro che porto o avete sprecato l’occasione. E quando non avrete più Me cosa darete ai poveri, o anche ai ricchi? Anzi, cosa darete a voi stessi? Perché nel mondo non c’è il surrogato di Me. Ricordo una scena un po’ penosa, una povera donna che poi è morta, era venuta da me e si definiva laica, atea: voleva che io le dessi una risposta ma che non avesse a che fare con Dio e con Cristo, voleva un’alternativa laica a Cristo. Le ho detto: “signora, se la trova me lo venga a dire, io non l’ho trovata”. Andò via delusa. Come porta la delusione tanto pauperismo, antipauperismo che vediamo oggi, nella società e nella Chiesa. Come se il problema fosse quello: di eliminare tutti i poveri o difendersi – come l’antipauperismo – dai poveri. Per tanti cristiani questo pauperismo o anti riduce – pensate che pena – la carità all’elemosina e al volontariato.

“Lasciala fare [dice Gesù, anche se è così esibizionista, scomposta, spudorata] perché conservi il mio corpo per la sepoltura”

Perché è nel mio corpo che c’è il vostro tesoro più prezioso, prezioso per i ricchi e per i poveri; ed il mio corpo é la dimora del Divino dentro il mondo. Non crediate che voi amate i poveri perché rispondete alla loro domanda, così ridotta, “dai moneta, dai moneta”. E ai ricchi, se non gli date Dio, come pensate che potranno amare e aiutare i poveri?
Questo sfida tutti, il gesto spudorato, esibito, di Maria, che scandalizza Giuda: sfida i ricchi – poveretti – che fanno i muri per difendersi dai poveri, come se il loro problema fossero i poveri; sfida i poveri che riducono continuamente – poveretti anche loro – il loro bisogno al “dai moneta”, tutto è quello, non si rendono conto che quello è il segno di un’altra cosa; è una sfida anche per i cristiani – appunto – che la novità di Cristo ad un po’ di elemosina o di volontariato.
Grazie Maria di Betània, che – simile alla sua amica Maria di Magdala – con questa sua affezione esibita ed esagerata ci racconta il punto, l’unico che può dare respiro ed entusiasmo al nostro desiderio.