Omelia Don Carlo 14 febbraio 2019


Omelia 14 febbraio 2019

“Li inviò a due a due in ogni città e luogo dove stava per recarsi”.

Esattamente come nove secoli dopo: Cirillo e Metodio sono inviati da Bisanzio ai popoli slavi. Gli slavi vennero, li incontrano e si convertono. Risalendo pian piano il Danubio è nata la cultura slava per il cristianesimo, in terra slava, e gli slavi, pagani, i conti non avevano neppure una lingua scritta. Furono Cirillo e Metodio che composero per loro l’alfabeto cirillico, per istruirli, per renderli coscienti. E cosa vedono gli slavi in quei due fratelli? Erano due fratelli di sangue. Per convertirsi devono vedere che li lega qualcos’altro che il sangue.
Cosa vedono? Esattamente quel che vedono i primi che nella Palestina incrociano i settantadue discepoli di Gesù, mandati, come Cirillo e Metodio, a due a due. Che cosa portano quei due? Che cosa gridano? Quello che Gesù stesso ha annunciato loro.
“Dite loro: è vicino a voi il regno di Dio”.
Ecco cosa vince, cosa grida il loro legame, che è ben oltre il legame di sangue; gridano che il regno di Dio è vicino. Regno di Dio per un ebreo è un luogo di questo mondo – non è altrove – un luogo dove Dio regna, dove tutto è di Dio e per Dio. Perciò è un luogo dove regna l’uomo con Dio, dove tutto è per l’uomo. Perché per Gesù – una rivoluzione nel mondo – la gloria di Dio e la gloria dell’uomo coincidono. E questa coincidenza è intollerabile per gli atei e per i religiosi fondamentalisti, per cui c’è sempre guerra tra la gloria di Dio e quella dell’uomo. Per difendere l’uomo si combatte Dio e per difendere Dio si combatte l’uomo. Cristo entra nel mondo e celebra il matrimonio tra la gloria di Dio e quella dell’uomo. Le ultime parole dell’ultima cena, capitolo 17, cominciano così:
“Padre è giunta l’ora [adesso basta la dobbiamo schiantare]: glorifica il figlio tuo perché il figlio tuo glorifichi Te”, dammi tutti la gloria che mi spetta perché vendendo me vedano te. Questo è il cristianesimo: il matrimonio tra la gloria di Dio e quella dell’uomo. È per questo che i cristiani vengono perseguitati dentro il mondo, perché tolgono spazio a questa guerra, invitano ad una festa.
“Venga il tuo regno” diciamo ogni volta nel Padre Nostro. Oggi lo possiamo gridare più coscienti della portata umana, della sfida, che rappresenta per il cuore di ogni uomo e per la cultura del mondo. E oggi lo domandiamo anche a Cirillo e Metodio, di essere tra noi amici come loro lo sono stati di fronte agli slavi: fratelli.