Omelia Don Carlo 12 giugno 2019


Omelia 12 giugno 2019

“La lettera uccide, lo Spirito invece dà la vita”.
È la rivoluzione morale di Cristo, come la formula in un modo che più incisivo e chiaro non si può Paolo.
Passa dalla lettera allo Spirito. La lettera rinchiude la verità, appunto, in una legge scritta, immutabile, che condanna e punisce chi la trasgredisce. La verità di Cristo non è scritta, è incarnata, non incartata in una norma. Cristo non scrive sulla carta, non ha scritto niente, scriveva nei cuori. Cristo illumina il cuore, cioè ti rende cosciente, lavora sulla coscienza, non vuole un popolo di gente ignorante e sottomessa che obbedisce a norme o ai capi, ma che obbedisce al proprio cuore, cosciente. Non è che abolisce lo scritto, lo scritto resta per meditare, per formarti la coscienza. Chi non impara a leggere o a meditare rimane un superficiale. Lo scritto è come un martello pneumatico che ti fa andare all’essenziale delle cose. Gli audio, la musica, i video no! Ti fanno rimanere a un livello estetico, epidermico. Ma lo scritto non è una norma. La norma deve essere scritta nel cuore e a uno in faccia gliela vedi, la norma, se ce l’ha dentro o se ce l’ha fuori e che norma ha nel cuore. Cristo non ha abolito tutte le norme, ne ha salvata una: la norma morale e cristiana. Dice il Vangelo di Matteo: “Sono venuto per dare pieno compimento al tuo essere”.
La norma morale cristiana è l’attenzione al compimento di me, a realizzare la mia grandezza. Lo diceva anche icasticamente anche San Tommaso: “Bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu”.
Il bene viene da un criterio totalizzante, da un abbraccio alla totalità dell’essere. Il male è sempre una mancanza, un peccato si chiama difetto, “defectu”, malattia, mancanza, perdere l’essenziale. Conclude il Vangelo di Matteo: “Alla fine chi non segue questa norma sarà considerato minimo nel regno dei cieli, chi la segue sarà considerato grande”. L’interesse di Cristo nel mondo è alla grandezza della mia umanità. Mi dice che io sono la cosa più grande de mondo. Dice il grande sociologo della cultura, l’americano Huntington: “Sono nove le grandi civiltà viventi attuali oggi nel mondo. L’unica che crede davvero che l’uomo sia la cosa più grande di tutto è quella che è nata dal cristianesimo. Le altre otto civiltà viventi invece lo scrivono nelle carte dell’Onu perché devono, ma tu non convincerai mai un cinese, un fondamentalista, un indiano…che la persona è sacra: per lui c’è sempre qualcosa che vale più della persona umana. C’è lo Stato, la religione, la razza, c’è anche Dio, ma nessuno crede che la persona è la cosa più grande. Solo la civiltà che nasce dal cristianesimo.