Omelia Don Carlo 12 dicembre 2018


omelia 12 dicembre 2018

“Viene il Signore! Beato chi è preparato all’incontro!”

Perché la vita è fatta per un incontro. La vita non basta a sè stessa, se la guardi lealmente è tutta incompiuta, bisognosa, mancante. I conti non tornano mai, a meno che uno si imponga di accontentarsi, a meno che non ti fai bastare le cose, quel che hai. Ma così reprimi i desideri più grandi e più veri.
Vivere vuol dire prepararsi all’incontro che cambia la vita.
Che cosa è che ti prepara all’incontro, ti predispone, lo rende possibile per te?

È aver bisogno, aver fame, aver desiderio. Quindi sono benedette le esperienze che mi fanno sentire tutto bisognoso, affamato, desideroso, tutto spalancato, attento, teso. 

Nella cultura di oggi è il contrario: ”Sei un po’ teso?”
Ed invece sono maledette le esperienze che mi sistemano, mi saziano, mi tranquillizzano. 
Ecco, è all’opposto della cultura di oggi. Chi ha ragione? Lo dice la faccia! La tua faccia dice quando è più bella, quando è più vera e quando si spegne, si abbrutisce: ti dice chi ha ragione.

Mi ha colpito stamattina la faccia di Isaia, uno che queste cose le può solo aver vissute, uno non può inventarsele in un romanzo; sentite cosa dice: “Quelli che sperano nell’incontro con il Signore riacquistano forza e mettono ali come le aquile”.

Prendono il volo! Corrono senza affannarsi! Gli altri si affannano anche quando non corrono: ”sono ansiato, ansiato…” non fai niente. Camminano ma senza stancarsi. Al contrario, gli altri, quelli che non lo attendono, si stancano anche senza camminare.

La nostra faccia, la nostra vita ci dice qual è la posizione vera, chi è che può fare l’incontro che la vita la compie, non che la sistema. Che la compie vuol dire c’è la lancia, diventa un’aquila.