Omelia Don Carlo 10 dicembre 2018


Omelia 10 dicembre 2018

“Chi è costui?”

Vede il paralitico e gli perdona i peccati. Se lo chiedono prima del miracolo della guarigione, non dopo. Il popolo, che è un po’ duro di testa, superficiale, grida al miracolo subito dopo. Ma questi sono scribi, questi la testa la usano, è gente che pensa. Gesù vede la malattia e vede di schianto l’origine della malattia, di ogni male, che è il peccato. Questo li sconcerta! Il popolo dirà che ha visto cose prodigiose solo dopo, ma per questi qua, che è gente che la testa la sa usare, acuta, per loro il miracolo non è la guarigione, ma è lo Sguardo di Gesù: è uno Sguardo radicale, va alla radice. Gli altri sono superficiali, confusi, complicati, mille falsi problemi; Gesù guarda e vede il fondo delle cose e al fondo delle cose c’è Dio, e solo Dio. Per quello per Lui tutto è bello, limpido, semplice, amabile. Gesù vede il male e dice: “Mai”. Non dirà mai che il male viene da Dio. Il male, agli occhi di Gesù, viene dai nemici di Dio, dalla libertà ribelle a Dio che odia Dio e fa guerra a Dio. Questa è la differenza, questo li sconcerta: la radicalità dello Sguardo di Gesù, che vede in fondo alle cose Dio, in fondo al male la ribellione a Dio, il peccato delle Creature libere. Non hanno mai visto nessuno con questa radicalità, che li costringa a scegliere, a schierarsi, pro o contro Dio, pro o contro il bene, non reggono questo Sguardo così radicale, così perentorio. E cosa cambia, nell’esperienza affettiva soprattutto, avere uno sguardo radicale o uno sguardo superficiale? Il superficiale è un uomo spento, arido, è tenue, ed è soprattutto – è questa la cosa dolorosa e penosa – insensibile alla felicità o all’infelicità di quelli che ha di fronte.
Non sente che cosa grida dentro il loro animo, non sente la loro felicità ed il loro dolore e li ferisce sempre, poco o tanto. L’uomo radicale, invece, ha un’affezione intensa, appassionata, entusiasta, soprattutto è tenero sente dentro l’anima dell’altro, al fondo, la sua felicità o la sua infelicità. Ogni giorno, io, voglio vedere un uomo il cui sguardo vada al fondo delle cose. Io ne ho bisogno per vivere, come per quel paralitico ed i suoi amici, ne ho bisogno per respirare, devo sapere dove abita e se la folla me lo impedisce, io quel giorno sfondo il tetto pur di trovarmi davanti a Lui ed incrociare questo Sguardo che mi fa me stesso.